"No name"
Sono ancora qui, ancora davanti ad un foglio bianco.
Non posso farci nulla, è una maledetta patologia la mia.
Perdo tempo.
Avrei da fare un sacco si cose: studiare, scrivere due articoli entro venerdì, completare altri racconti per dei concorsi interessanti, farmi la doccia, tagliarmi i capelli, pagare due bollette, lo stesso per le tasse universitarie, portare il cane dal veterinario, scrivere un monologo per un cortometraggio e vattelappesca.
Dovrei anche andare a letto: se continuo così divento pazzo o alla peggio ci resto secco.
Dovrei sì, ma in realtà non ce la faccio, lo vorrei tanto ma non ce la faccio davvero.
Potrei nascondermi dietro la scusa del tempo che non c'è, del lavoro, ma siamo realisti per una minchia di volta: sono instabile.
Provo, mi sforzo, mi gratto la testa ricciuta, accendo una sigaretta, mi premo gli zigomi per svegliarmi, mi gratto le basette e la barba incolta, mi scaccolo e poi mi tolgo le scarpe.
Parto con la buona intenzione di fare un qualcosa di costruttivo insomma, di riscrivere gli appunti della lezione, di scrivere il monologo o un racconto di senso compiuto fino alla fine e non le mie solite stronzate di sempre che non hanno né capo né coda.
Ci provo, ma cado nel vizio.
Mi piace sedermi e scrivere la prima parola che mi viene alla mente, legarcene un'altra e poi un'altra ancora per completare un discorso.
Aggiungere un discorso ancora, descrivere un personaggio, un paesaggio, l'emozione di una situazione, ricordare ed inventare un'altra vita tutta nuova.
Il foglio bianco che supplica di essere impiastricciato, che non pone limiti, che vuole un personaggio scritto sul petto, una storia da mostrare soddisfatto alla corte dei fogli scarabocchiati, non riesco a non ascoltarlo, le sirene del buon vecchio Ulisse erano una pippa al confronto.
Un foglio bianco sul quale viene scritta una storia, è come un giovane che trova la sua personalità.
É questo il punto d'incontro tra la mia anima e il mondo.
Godo mentre scrivo.
La felicità è lì, scoprire me stesso in parole senza senso.
La mattina però, se non ho fatto quello che avrei dovuto fare, mi guardo allo specchio e mi sento in colpa, mi sento un fallito, un codardo, un cane con la lebbra, la personificazione della merda.
Io sono uno che ha i preconcetti, non riesco a non incazzarmi per certi comportamenti o modi di vivere, è più forte di me, voglio vedere sempre il bello e che sia come dico io.
Non ha senso, sono troppo bastardo anche con me stesso, riseco a bastonarmi anche quando dormo per come dormo.
Vivo nel paradosso, nella testa ho l'idea di ciò che dovrei fare e come dovrei farlo, ma poi in realtà nulla coincide, nulla combacia, nulla riflette ciò che avevo in mente. Giudico me stesso per l'incapacità di raggiungere i fini preposti e l'inefficacia del metodo utilizzato.
Non ce la faccio, casco sempre davanti ad un foglio bianco per andare nel mondo che mi piace e dimenticare tutto.
Forse è come mettere la testa sotto la sabbia, come mettere il mantello invisibile, come evaporare, come il perdersi nell'etere del fumo di una sigaretta qualunque.
La musica è al giusto volume, è una buona musica, la luce punta dritta sul foglio, la boccia è senza tappo e ne godo l'aroma annusandone semplicemente il collo, gli occhi sono socchiusi, la sigaretta è nella mia mano, la mia anima esprime se stessa nella collana di parole che velocemente vado componendo.
È un piacere.
Perché vendersi a quella parte bastarda di me che mi chiede di rispettare certe scadenze, certi temi, certi fottutissimi argomenti?
Perché forse è l'ora di crescere?
Perché la realtà è più potente della fantasia?
Perché la ragione è fredda e pone limiti e non va d'accordo con la fantasia che invece è calda ed indefinibile?
Che cazzo è allora la vita, in che modo deve essere affrontata, a quale parte di noi dobbiamo dare retta.
Chi aveva ragione, gli epicurei o gli stoici?
Non ne ho idea e vado a letto.
Ne ho un dannato bisogno.
Non posso farci nulla, è una maledetta patologia la mia.
Perdo tempo.
Avrei da fare un sacco si cose: studiare, scrivere due articoli entro venerdì, completare altri racconti per dei concorsi interessanti, farmi la doccia, tagliarmi i capelli, pagare due bollette, lo stesso per le tasse universitarie, portare il cane dal veterinario, scrivere un monologo per un cortometraggio e vattelappesca.
Dovrei anche andare a letto: se continuo così divento pazzo o alla peggio ci resto secco.
Dovrei sì, ma in realtà non ce la faccio, lo vorrei tanto ma non ce la faccio davvero.
Potrei nascondermi dietro la scusa del tempo che non c'è, del lavoro, ma siamo realisti per una minchia di volta: sono instabile.
Provo, mi sforzo, mi gratto la testa ricciuta, accendo una sigaretta, mi premo gli zigomi per svegliarmi, mi gratto le basette e la barba incolta, mi scaccolo e poi mi tolgo le scarpe.
Parto con la buona intenzione di fare un qualcosa di costruttivo insomma, di riscrivere gli appunti della lezione, di scrivere il monologo o un racconto di senso compiuto fino alla fine e non le mie solite stronzate di sempre che non hanno né capo né coda.
Ci provo, ma cado nel vizio.
Mi piace sedermi e scrivere la prima parola che mi viene alla mente, legarcene un'altra e poi un'altra ancora per completare un discorso.
Aggiungere un discorso ancora, descrivere un personaggio, un paesaggio, l'emozione di una situazione, ricordare ed inventare un'altra vita tutta nuova.
Il foglio bianco che supplica di essere impiastricciato, che non pone limiti, che vuole un personaggio scritto sul petto, una storia da mostrare soddisfatto alla corte dei fogli scarabocchiati, non riesco a non ascoltarlo, le sirene del buon vecchio Ulisse erano una pippa al confronto.
Un foglio bianco sul quale viene scritta una storia, è come un giovane che trova la sua personalità.
É questo il punto d'incontro tra la mia anima e il mondo.
Godo mentre scrivo.
La felicità è lì, scoprire me stesso in parole senza senso.
La mattina però, se non ho fatto quello che avrei dovuto fare, mi guardo allo specchio e mi sento in colpa, mi sento un fallito, un codardo, un cane con la lebbra, la personificazione della merda.
Io sono uno che ha i preconcetti, non riesco a non incazzarmi per certi comportamenti o modi di vivere, è più forte di me, voglio vedere sempre il bello e che sia come dico io.
Non ha senso, sono troppo bastardo anche con me stesso, riseco a bastonarmi anche quando dormo per come dormo.
Vivo nel paradosso, nella testa ho l'idea di ciò che dovrei fare e come dovrei farlo, ma poi in realtà nulla coincide, nulla combacia, nulla riflette ciò che avevo in mente. Giudico me stesso per l'incapacità di raggiungere i fini preposti e l'inefficacia del metodo utilizzato.
Non ce la faccio, casco sempre davanti ad un foglio bianco per andare nel mondo che mi piace e dimenticare tutto.
Forse è come mettere la testa sotto la sabbia, come mettere il mantello invisibile, come evaporare, come il perdersi nell'etere del fumo di una sigaretta qualunque.
La musica è al giusto volume, è una buona musica, la luce punta dritta sul foglio, la boccia è senza tappo e ne godo l'aroma annusandone semplicemente il collo, gli occhi sono socchiusi, la sigaretta è nella mia mano, la mia anima esprime se stessa nella collana di parole che velocemente vado componendo.
È un piacere.
Perché vendersi a quella parte bastarda di me che mi chiede di rispettare certe scadenze, certi temi, certi fottutissimi argomenti?
Perché forse è l'ora di crescere?
Perché la realtà è più potente della fantasia?
Perché la ragione è fredda e pone limiti e non va d'accordo con la fantasia che invece è calda ed indefinibile?
Che cazzo è allora la vita, in che modo deve essere affrontata, a quale parte di noi dobbiamo dare retta.
Chi aveva ragione, gli epicurei o gli stoici?
Non ne ho idea e vado a letto.
Ne ho un dannato bisogno.
mi piace ciò che scrivi...o meglio, quel che provi quando lo fai..La realtà E' più potente della fantasia..e sarà la stessa vita, a seconda del momento e della situazione, a dirti "a quale parte di noi dobbiamo dare retta". Ciao. Emy
RispondiEliminaeccezionale....ho scoperto questo blog e mi sto perdendo nei tuoi scritti. Complimenti!
RispondiEliminaElle
Mi spiace per come ti senti.. riesco a sentire il tuo malessere e mi spiace!
RispondiEliminaConosco qualcuno che aveva le tue stesse sofferenze, ha la tua età ha scelto una strada.. che sia quella giusta non lo sa ma ne ha presa una ed è felice anche solo di averlo fatto.. qualsiasi cosa piuttosto che l'inerzia!
Se ti va leggi qua:
http://bonecha.blogspot.com/2011/11/un-mondo-tutto-da-scoprire.html
Un abbraccione!!
:-)
Andare avanti praticando una sana dialettica, o no?
RispondiEliminaScrivi molto bene.
RispondiEliminaMi raccomando però,passi per le bollette da pagare,ma non esitare a portare il cane dal veterinario!
Muy interesante visitar tu casa,un abrazo.J.R.
RispondiEliminaBravo, ottimo. Probabilmente non avevano ragione né gli stoici né gli epicurei. Sano realismo e ascolto dell'anima, con qualche divertimento in mezzo
RispondiElimina...ma tutto quello che fai, e per tua scelta, ti piace? ti realizza, ti fa stare bene con te stesso e verso gli altri? ecc. allora fallo e basta. lamentati, unicamente con te stesso...e cerca di fare ordine nell'utilizzo del TEMPO.
RispondiEliminaeros nè dio,nè demone,nè umano...
Ecco!!! proprio così...impara da Epicuro e il suo modo di intendere la Vita, o NO?
RispondiEliminaancora eros...
Questo è il tuo Karma...e eros ha ragione!
RispondiEliminaSCUSATE IL RITARDO..
RispondiElimina@Emy... Grazie mille per il passaggio!
Torna a trovarmi che ti aspetto!
@Elle..
Welcome.
Grazie mille, ci vediamo al prossimo post!
@Sara..
Mitica Sara, vado al link..
L'inerzia proprio no, ne faccio anche troppe di cose!
@Adriano..
Certamente..
@Cos..
RispondiEliminaGrazie mille.. e sono andato dal veterinario!
Un abbraccio e buona serata.
@J.R...
Un abrazo!
@Soffio..
Faccio tesoro del tuo consiglio..
@Eros..
Tempo, potrei riempire la pagina con considerazioni riguardanti il tempo..
Ci scriverò un post..
Sono un asoluto sostenitore di Epicuro!
Grazie per il passaggio e buona serata..
@il principiante..
Pare di sì!
Amici lettori grazie mille per il passaggio, vi aspetto al prossimo post!
RispondiEliminaUn abbraccio.
Non è che, per caso, mi segnaleresti quei concorsi? :D
RispondiElimina@Boal..
RispondiEliminaScusa il ritardo..
Cercami su fb, ti condivido i link in bacheca.