L'eterno ritorno.
E penso che sia stato tempo perso, ore
tolte alla vita.
E Iris mi aveva avvertito per tempo,
sapevo già tutto prima che tu
arrivassi:
c'era scritto sui sassi su alla
stazione,
mente un vecchio dal cappello nero
saliva su un treno che faceva ciuf ciuf e due ragazzi si baciavano
accarezzandosi il volto.
Lì l'ho capito.
Ho capito che saresti tornata vestita
con un qualcosa di rosso
e un fiore tra le mani o nei capelli
mentre un po' di vento muoveva piante, senza dar noia a nessuno.
Ora guardo i tuoi mignoli smaltati,
e non so più che dirti.
Mi obblighi a restare fermo, mentre
tutto corre, e i cespugli crescono e le rane cantano e l'aria fa
nitriti forti tra gli alberi nuovi.
Un tempo eri la spinta giusta per
riflettere, per scrivere qualcosa.
Ora non ho più voglia.
Aspetto solo che tu te ne vada: non ho
niente da dirti.
è strano come l'amore si trasformi in indifferenza
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