3. Pietro
Al
telefono c'era Pietro, amico di vecchia data, e la battuta gli
piacque.
Non
so di preciso quanti anni abbia, so solo che vendeva macchine e aveva
già il suo ufficio personale quando a sedici anni andai in quella
concessionaria a fare il tirocinio.
Pietro
ha sette anni in più di me, ecco mi ricordo, ora ha trenatre anni.
Lo
feci sempre lì il tirocinio, e per come mi garbava farlo lì, in
quarta decisi di bocciare a scuola, giusto per rifarcelo un volta in
più.
Per
l'incoronazione Pietro mi ha regalato una bottiglia di Champagne e
voleva sapere se era buona. Di conseguenza mi racconta che sta
scopando e si sente quasi fidanzato con una tamarra da insulto
stradale di nome Monika, che suppongo si scriva con la k.
E
gli chiedo: «Ma chi è? Anche questa l'hai trovata su internet? É
una drogata? È due quintali?».
Perchè
Pietro trova tutte tipe strane, e tempo fa stava con una che
ammaestra scimmie, e me la presentò e sembrava una scimmia, e
puzzava di scimmia.
Insomma
questa tamarra di nome Monika è un'acrobata del pompino e proprio
ieri sera gli ha detto che voleva farsi scopare la bocca mentre stava
a testa in giù. In pratica lei stava facendo una verticale e lui se
ne stava invece in piedi come un qualunque cristiano, e la teneva per
le gambe, e si succhiavano a vicenda.
La
descrizione della passerotta di Monika data da Pietro è la seguente:
«un lampredotto sugoso con un ciuffino di peli».
Il
lampredotto mi fa intendere che Monika abbia almeno sessantacinque
anni. E ciò non mi stupisce.
Comunque
me la vuol far conoscere al più presto, che secondo lui per farla
godere a dovere bisogna essere in due, e fissiamo per sabato sera.
Prima
di riattaccare mi rassicura che non è come una di quelle che portò
a Natale, quando lo vidi arrivare con una Fiat Punto di quelle nuove
che lì per lì mi sembrava sbassata e truccata, anche se gli mancava
la luce al neon.
Poi
parcheggiò e scesero due elefantesse in ponch, e la macchina tornò
alla sua altezza naturale dopo aver cigolato un po'. Erano due
sorelle che non ho idea da dove venissero, forse del sud, comunque
erano enormi, e le chiavammo ugualmente. Non fu una cosa tremenda,
solo che alle tre di notte un tonfo svegliò il condominio intero: la
mia stroncò in due il letto su cui eravamo.
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