6. Quo vadis, Domine?
Me
lo promisi appena se ne andò di casa: appena mi faccio incoronare
cambio lavoro e vita, e vado a vivere in India, scalzo.
Certo
mica potevo partire subito, non posso lasciare una cosa a mezzo.
Potrebbe
essere adesso il momento buono per partire. Proprio adesso, andare
via, e perdermi da qualche parte.
Ho
trentasette euro pulite ogni mese, le accantono da un anno.
Un
volo per qualche parte lo trovo.
La
gatta devo informarmi se la posso portare con me, se no la do a
Pietro, la mette nel piazzale delle macchine.
Ma
dove vado? Al caldo. Non voglio più vedere un giubbotto.
E
Nigeria? Non posso lasciarla così proprio ora che è iniziato
qualcosa di profondo. Non posso ferirla, e poi non me la sento di
lasciarla: la amo. Potrei convincerla a venire con me.
Devo
solo dare la disdetta del contratto d'affitto della casa e le
dimissioni al lavoro.
Ora
potrei anche provare nuovamente a dormire, chiudere gli occhi e
contare le pecorelle; ma che idea fantastica mi è tornata in mente
stasera, l'avevo rimossa completamente in questi mesi, e pensare che
per un sacco di tempo è stata il mio faro.
Potremmo
definirla «la boa della partenza», e che bello che arrivi in mio
aiuto proprio adesso che c'è tempesta.
E
dove vado? Qual è il mio posto nel mondo?
L'India
mi ha sempre affascinato, ho visto un sacco di documentari. Di sicuro
saranno obbligatori dei vaccini.
Andai
subito a disdire il contratto d'affitto, ma dovevo aspettare tre mesi
per farmi rendere la caparra.
Ogni
tanto mi viene in mente di quando avevo undici anni, che il babbo di
mio nonno, ovvero il mio bisnonno, un omone che mi ricordo sempre con
la canottiera giallognola, a sedere su uno sgabello che se ne stava
lì come un nulla che ha sopra una montagna calva, l'orologio ad
ognuno dei polsi, un bastone in mano, un bastone che ti indica, una
voce che dice: «coglione».
Questo
è l'unico ricordo che ho del mio bisnonno Giovanni.
Quando
ci penso mi chiedo se mi diceva quelle parole per salvarmi,
imponendomelo come un mantra al fine di farmi diventare un coglione
in abito, per me un coglione è un istrione, un funambolo, un
prestigiatore.
Magari
era una semplice costatazione del nonno Giovanni, che magari usava
quella parola in un significato diverso, o solo per dire che ero un
coglione.
La
mia vita oscilla tra queste due diverse interpretazioni. Sono un
coglione o devo esserlo? Insomma, vivo così in questa zona grigia.
E del resto in India fa parecchio caldo...
RispondiEliminaBruno presidente
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